Via Andrea del Verrocchio, 8/R
Firenze
Cibrèo non solo è uno dei migliori ristoranti della regione ma rappresenta al meglio l’idea stessa di cucina toscana. Quando Fabio Picchi lo aprì (era il 1979) l’idea era appunto quella di mostrare quale ne fosse la vera identità, e di farlo utilizzando prodotti di qualità e di stagione.
Questo lascito, custodito ora da suo figlio Giulio, continua a essere il faro del Cibrèo: sicché è impossibile non rimanere soddisfatti da un pasto in questo luogo magico, dal fascino un po’ d’antan. La cucina marcia sicura, su due binari ‘stracollaudati’: territorio e tradizione. Trionfa la toscanità, sì vera e sincera, però sempre ‘aggiustata’ con grazia, senza appesantimenti né facili sottolineature. Ed è proprio questo il plus, la marcia in più, del ‘Picchi style’. Imperdibile continua a essere il vassoio di antipasti. Le zuppe trionfano fra i primi (la minestra di pane, con i suoi soavi aromi e la sua bella consistenza, rimane fra le migliori che si possano gustare). Fra carne e pesce si muovono i secondi, fra i quali si segnala un’altra regalità: il piccione intero, magistralmente rosolato e quindi farcito di mostarda di frutta senapata. Tanta solidità anche fra i dolci: le torte al formaggio (stile cheesecake) agli agrumi o alle pere sono da assaggiare.
La cantina è giustamente ampia – seppur non enorme – e a prezzi adeguati al contesto: e parla più di Toscana che del resto del mondo. Il prezzo per tanto piacere? Per quattro portate si superano di poco i 100 euro. Per una pausa veloce (a fianco) c’è il Cibrèo Caffè, mentre, dall’altra parte, il Cibrèo Trattoria (con una cucina più semplice: si veda la scheda dedicata), e sull’altro fianco ancora il Ciblèo (ove si sperimentano inediti e centrati accostamenti tosco-orientali).